

Perché alcuni scienziati ora parlano del coronavirus come di una “sindome“
Il concetto di modello sindemico è stato introdotto negli anni 90 da un antropologo medico, il Prof Merrill Singer.
Il termine sindemico, sottoutilizzato e (relativamente) nuovo per una concettualizzazione in realtà nota, è la crasi delle parole sinergia, epidemia, pandemia ed endemia.
Alla base del costrutto ci sono tre criteri di base:
1. compresenza, in una stessa popolazione, di due o più malattie o condizioni di salute;
2. presenza di fattori contestuali e sociali in grado di creare le condizioni per il loro raggrupparsi;
3. il conseguente clustering determina una interazione negativa, sul piano biologico, sociale o comportamentale, aumentando il carico di malattia nella popolazione.
“Syndemics are the concentration and deleterious interaction of two or more diseases or other health conditions in a population, especially as a consequence of social inequity and the unjust exercise of power”
Merrill Singer
Un’epidemia si verifica quando il numero di casi di una particolare malattia in una data popolazione e periodo di tempo aumenta in modo insolito. Un esempio di ciò è l’influenza stagionale, che tende a diffondersi durante i mesi invernali.
Quando questa epidemia si diffonde in diversi paesi, continenti o si diffonde a livello globale, allora parliamo di una pandemia.
Ecco perché l’11 marzo l’Organizzazione mondiale della sanità ha dichiarato l’emergenza sanitaria del nuovo coronavirus una pandemia, poiché si è diffuso in tutto il mondo.
In questi giorni, però, sempre più voci scientifiche si ostinano a parlare di un terzo termine: syndome. Secondo Richard Horton, redattore capo della rivista medica The Lancet, si parla di una syndome quando “due o più malattie interagiscono in un modo che provoca danni maggiori della semplice somma di queste due malattie”.
È, in altre parole, la sinergia tra due o più epidemie che si verificano in una geografia e in un tempo specifici e che condividono fattori sociali, con le conseguenze che ne derivano.
Si tratta quindi di condizioni sociali e ambientali che, secondo questi scienziati, rendono centinaia di segmenti della popolazione più vulnerabili all’impatto di questa interazione.
Secondo questo ricercatore, l’attuale crisi sanitaria del COVID-19 è sindemica perché interagisce con malattie non trasmissibili come cancro, diabete o malattie cardiache, il tutto in un contesto di disuguaglianza socioeconomica.
BIBLIO
- https://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(20)32000-6/fulltext
- https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S014067361730003X